Synopsis
Un docufilm dedicato alla visione e alla sensibilità della scrittrice Anna Maria Ortese.
Anna Maria Ortese è stata una delle maggiori scrittrici italiane del XX secolo. Ha vinto il Premio Viareggio (1953) e il Premio Strega (1967). Timidissima e schiva, ma allo stesso tempo attiva attraverso le sue parole nel dibattito culturale nazionale, condusse la sua esistenza all’insegna di una profonda estraneità dal mondo, di una visionarietà artistica intesa come unica arma di evasione e protezione, con un’attenzione estrema verso la Terra (“Corpo Celeste”), gli ultimi e gli oppressi, umani e animali.
Descritta da Piero Citati come una «scrittrice inquieta e visionaria, incline a mescolare memoria e immaginazione, riflessione, racconto e sogno», Ortese rivive in un’opera cinematografica che esplora il suo profondo legame con la natura e la Calabria. Una riflessione sulla poetica dell’artista, sul suo profondo ambientalismo e sulle visioni e apparizioni della sua vita vivace e contraddittoria.
Anna Maria Ortese e l’ambientalismo: uno sguardo profetico sul mondo
Nel raccontare Anna Maria Ortese non si può ignorare la forza con cui ha saputo anticipare, in tempi non sospetti, i temi oggi centrali del dibattito ambientale. Scrivendo con sensibilità acuta e spirito visionario, Ortese ha denunciato con coraggio la distruzione del paesaggio, lo sfruttamento degli animali (“le piccole persone”) e la perdita del senso del sacro che lega l’essere umano al mondo vivente. Opere come Angelici Dolori, L’Iguana, Il Cardillo Addolorato, Alonso e i Visionari, Corpo Celeste rivelano non solo il dolore sociale e umano, ma anche quello ambientale: in Anna Maria Ortese la lotta, la critica e la sfiducia nel progresso non sono però manichei, ma rivelano un’intensa voglia di vivere, di cambiare i destini sfortunati del mondo
Nel suo sguardo poetico e critico convivono indignazione, visioni e stupore, amore per la Terra e consapevolezza della sua fragilità. Parlare oggi di Anna Maria Ortese significa riscoprire una voce necessaria, che invita i giovani a riconnettersi con la natura e a difenderla, lasciandosi anche trasportare dal potere dell’immaginazione e non solo da quello del reale, assumendo un atteggiamento aperto verso una vita di esperienze ideali e non unicamente di materialismo.