Sinossi
Diversità culturale, identitaria e religiosa contraddistinguono le 5 donne protagoniste di Shapes Recording. Ciò che le accomuna è la scelta di venire a vivere in Italia da Francia, Giappone, Iran, Angola e Germania. Le loro storie esaltano l'Italia dell'arte e della bellezza come nelle parole di Satomi: “Sono venuta in Italia perché volevo imparare la voce di Mirella Freni, bellissima stupenda voce, bel canto puro... è lei, l'Italia per me era lei” e decantano il lusso di poter scegliere dove vivere, come dichiara Linda, anglo-marocchina nata a Parigi. Shapes Recording è una lettura alternativa del migrante, comunemente associato alla vittima, allo svantaggiato, che per necessità è costretto a lasciare il proprio paese d'origine, ponendo invece l'attenzione su un cambiamento per scelta determinato da esigenze di natura intima ed intellettuale, in controtendenza rispetto alla fuga degli italiani all'estero.
Note di regia
“Dietro la frontiera c’era qualcosa insieme di straniero e di mio; capivo che facevo parte anche di quel mondo dietro di essa, che la letteratura è un viaggio fra il noto e l’ignoto e che si è sempre, in qualche modo, anche dall’altra parte”.
Mentre leggevo la definizione di frontiera di Claudio Magris mi sono tornate alla mente le testimonianze delle donne che ho intervistato per Shapes Recording. Ascoltando i loro racconti avvertivo che nel loro progetto migratorio c'era una dimensione sconosciuta, a loro estranea, ma allo stesso tempo nel paese che avevano scelto, c'era qualcosa di forte che gli apparteneva, rappresentato da suggestioni letterarie, artistiche, cinematografiche, e dall'immaginario che si erano costruite sul nostro paese.
Migrando e stabilendosi in Italia, tutto questo si è trasformato nella loro nuova identità e nella consapevolezza di far parte anche di questo mondo, diverso da quello delle loro origini.
Sono convinta si appartenga a più mondi culturali e sono convinta che il confronto con le nostre alterità possa risultarci più vicino di quanto possiamo immaginare, fino all’identificarci di più con esse, rispetto che all’identificarci con le nostre origini.
Noi siamo soprattutto dove andiamo, non solo da dove proveniamo.
Con questo documentario mi sono chiesta quali sono le vere frontiere? Qual è la nostra vera identità?
L'identità è qualcosa di mutevole, che può assumere forme differenti nel corso della vita, nascere in un luogo è del tutto casuale, le nostre origini ci danno un'identità che può appartenerci o può essere qualcosa nella quale ad un certo punto non ci identifichiamo più, o solo in parte, e questo disagio ci porta ad andare alla ricerca di altro in mondi sconosciuti, perché è la nostra identità stessa ad essere qualcosa di “straniero” a noi stessi. La nostra identità è sempre in cammino.
La frontiera culturale, la frontiera identitaria è quindi cosa effimera, così come la frontiera geografica.
Il nostro paese, l'Italia, per questioni geografiche, è sottoposta a flussi migratori ai quali la politica sembra non avere risposte costruttive, ma solo basate sulla violenza e mortifere.
Mi chiedo quando riusciremo ad oltrepassare le nostre frontiere, che sono soprattutto mentali, non geografiche.
Crediti
Anno: Italia - 2013
Durata: 15’
Produzione: CAUCASO
Regia e fotografia: GIULIANA FANTONI
Produttore: STEFANO MIGLIORE
Montaggio: ALBERTO GEMMI e GIULIA GIAPPONESI
Audio: ENRICO MASI
Post-audio: DIEGO SCHIAVO
Comunicazione: STEFANO CROCI
Sottotitoli: VALENTINA SOLURI
Musiche: ZENDE MUSIC